martedì 28 aprile 2020

La ricerca della felicità in Dante

La ricerca della felicità in Dante
L’immagine più forte di Dante sarà sempre quella di un uomo in cammino nel viaggio della vita, un uomo alla ricerca di se stesso e della propria felicità. Nel cammino dell’esistenza è fondamentale constatare di continuo un senso di evoluzione: in questo un fattore importante è quello del cambiamento, che non significa certo rinnegare posizioni precedenti o parti di sé, ma vuol dire, invece, cogliere il giusto sviluppo degli eventi in un percorso di maturità. Dante uomo tante volte modifica le sue posizioni, risistema il proprio universo, e questo è necessario perché i contesti cambiano, le situazioni maturano, le persone divengono nel tempo quello che sono. Sarebbe ingenuo e superficiale non saper tener conto di tutto ciò. La vita stessa è una prova continua verso il cambiamento, che necessariamente implica la capacità di rinnovarsi, di saper crescere e divenire. Tutto ciò, sia ben chiaro, in piena coerenza con sè stessi: ecco la soglia che non si può mai varcare senza perdere il rispetto di sé e degli altri. L’esperienza insegna la prudenza e fa presupporre sempre la complessità nella vita di tutti, da cui sorge la volontà e la necessità di trovare equilibrio, di sapere che tutto è frutto di fatica e di costanza: tutto ha un prezzo e quello degli errori è il prezzo più alto, un conto che prima o poi si deve sempre saldare. Il cammino di Dante volle essere, ed ancora è, un cammino esemplare che parla a tutti gli uomini che vogliono vivere da protagonisti la loro storia, responsabili delle loro scelte.

Il concetto di felicità è un concetto umano, è la soddisfazione che si prova nel sentirsi al proprio posto nel mondo, nel sentirsi realizzati e soddisfatti. È evidente che il concetto di felicità si realizza con il realizzarsi della persona e produce un sentimento che si manifesta in un modo di essere indipendente, in parte, dall’esterno. Con l’esterno, con gli altri, si può poi condividere ed accrescere. Questo è un aspetto della gioia che per realizzarsi ha bisogno degli altri. Soltanto i contemplanti raggiungono la felicità con la letizia intellettuale: essi hanno trasceso completamente i limiti terreni per gustare qualcosa di altro, è quel sentimento che Dante riconosce nel Paradiso alle anime beate: Luce intellettual, piena d’amore; / amore di vero ben, pien di letizia; letizia / che trascende ogni dolzore (Par. XXX vv. 40-42).



3 commenti:

  1. Risposte
    1. Ringrazio la mia tutor Rosafrancesca per aver condiviso questa attività. I ragazzi hanno aperto il loro cuore regalandoci momenti di grande semplicità e gioia.

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  2. Conclusasi attività Peer to Peer..bellissima esperienza nonostante il momento...Monitoraggio dell'esperienza dalla ore 13,00 alle ore 14,00.

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